Ci sono allenatori che hanno dei gioielli tra le mani, ma non se ne accorgono.
Non se ne accorgono perché:
- hanno convinzioni che preferiscono non mettere in discussione;
- hanno ego smisurati;
- hanno metodi superati;
- non permettono all’atleta di comunicare il suo sentire;
- non cambiano idea;
- preferiscono le gerarchie al merito;
- sottolineano solo gli errori e crocifiggono per ogni passo falso;
- umiliano anziché educare…
Questi allenatori hanno una grande responsabilità: stanno facendo perdere ai nostri figli la voglia di volare, di amare lo sport, di sognare. Di credere che il lavoro (in un modo o nell’altro) paga sempre, che l’impegno è educativo, che la squadra può essere come una famiglia. Che meritano approvazione, stima, fiducia, importanza a prescindere dal loro ruolo e dalla loro efficacia.
Questi allenatori stanno mancando di rispetto a tutte quelle famiglie che fanno enormi sacrifici per supportare i loro figli investendo denaro, tempo, disponibilità. Genitori che macinano chilometri di macchina, rinunciando a tanto pur di dare delle possibilità ai loro ragazzi. Genitori che asciugano fiumi di lacrime dopo le delusioni, che sono disposti a lasciarti andare via di casa per inseguire la tua passione separandosi da te.
Tieni duro giovane atleta, fallo per te. Per diventare un uomo o una donna migliore attraverso lo sport. Perché anche se in questo momento è dura, la sfida ti sta temprando e potrai capire molto di te da come sceglierai di reagirvi.
Ti auguro – tra tanto tempo – di poterti guardare indietro con onore e vedere che ogni decisione presa è stata fatta per divenire la migliore versione di te possibile. Che ce l’hai messa davvero tutta e che, nonostante errori e difficoltà, rifaresti tutto ancora una volta.
Perché ne è valsa la pena.
Ma ne è valsa anche la gioia.