Una delle richieste che ricevo più spesso dagli allenatori durante i corsi è “Come posso motivare la mia squadra?”.
Per un allenatore è vantaggioso capire come poter avere una squadra sempre motivata, o dei giocatori ancora più motivati.
L’obiettivo di un allenatore è quello di ottenere il meglio dai suoi giocatori e dal suo staff: per poter davvero avere il massimo dalla squadra dovrà mettere in condizione i suoi protagonisti di esprimere le loro qualità tecniche, atletiche, fisiche e tattiche, senza tralasciare le risorse mentali/emozionali e, naturalmente, il cuore.
Un atleta appassionato, mosso da uno spirito motivato, ti dà tutto quello che ha.
Il mental coach viene erroneamente definito il motivatore, come se il suo ruolo fosse quello di mettersi a bordo campo ad incitare i suoi coachee. Certo, la motivazione è uno degli importanti ambiti in cui operiamo, ma più precisamente ciò che facciamo è fornire ai nostri allenatori e atleti gli strumenti per conoscere ed entrare in contatto con la propria personale motivazione, per poi sfruttarla a pieno.
La motivazione è quella leva su cui contare per spingersi ad agire con decisione, per giustificare i sacrifici, i duri allenamenti, i momenti difficili, per superare i limiti. Scomponendo il termine motivazione scopriamo che motiv-azione, significa avere un motivo all’azione.
Conosci il vero motivo all’azione dei tuoi atleti?
La motivazione è un fattore essenzialmente soggettivo, ognuno di noi è motivato da fattori differenti. Ma considera questa riflessione: tutto quello che facciamo, lo facciamo per uno scopo: provare emozioni! Vogliamo, ad esempio, sentirci importanti, sicuri, amati, felici: le emozioni sono alla base di ogni nostro intento.
Uno sportivo non si dà così tanto da fare solo per guadagnare un sacco di soldi o per tappezzare casa di premi o riconoscimenti, ma per le emozioni che il denaro, i premi e quei riconoscimenti suscitano in lui. Sensazioni che possono essere la sicurezza, l’orgoglio, la gioia, la soddisfazione, l’indipendenza, l’importanza… e così via.
Cosa muove all’azione te, il tuo staff e i tuoi giocatori? Quali sono le emozioni che ricercate?
Chi si dedica allo sport dovrebbe essere motivato per definizione, ma non sempre accade questo, anzi. A volte lavoro con atleti che si sentono completamente in crisi, scarichi, demotivati e non trovano più l’energia di credere in quello che fanno… fino a desiderare di voler mollare.
Ecco di seguito 10 spunti che ti possono essere utili per motivare i tuoi giocatori
Un allenatore attento a motivare la sua squadra è innanzitutto un esempio, è colui che mostra la via, e…:
- Condivide con il team gli obiettivi di squadra e con i singoli gli obiettivi individuali: ogni giocatore deve sapere per che cosa battersi e per chi battersi e deve conoscere il premio, non solo a livello materiale, ma anche emozionale che lo attende a fine percorso una volta raggiunto l’obiettivo. Senza uno specifico obiettivo non esiste motivazione, si brancola nel buio, ci si accontenta…. Atteggiamento davvero controproducente per creare motivazione. Sii specifico nelle tue riunioni.
- Entra per primo nello stato d’animo che vuole suscitare nella squadra o nel suo giocatore: Impossibile motivare senza essere motivati! Quando chiedi energia tu devi dimostrare energia, quando chiedi puntualità, tu devi arrivare in palestra per primo, quando chiedi coerenza e rispetto tu devi essere coerente e rispettoso in primis. Quando chiedi alla squadra di avere chiaro nella mente l’obiettivo da raggiungere e di avere fiducia, tu devi crederci per primo. Fortemente.
- Presta attenzione a come dice le cose: il modo in cui trasmette il suo contenuto è quasi più influente del contenuto stesso. I tuoi toni di voce, il volume, il ritmo, la velocità dell’eloquio, le pause che decidi di fare, trasmettono l’emozione. Ed è attraverso l’emozione che il tuo messaggio arriva forte e chiaro. Spesso gli allenatori mi chiedono: cosa devo dire per motivare il mio team? E io gli rispondo: non è quello che dici, ma come glielo dici che motiva i tuoi atleti. Se la parola comunica il tuo pensiero, è il tono a comunicare le emozioni: quando assumi maggior consapevolezza e controllo di questo passaggio diventi letteralmente trascinante.
- È consapevole che il corpo parla: insieme alla voce, un comunicatore carismatico utilizza al meglio il suo corpo per trasmettere coerenza rispetto il suo messaggio. Ad esempio durante i tuoi interventi prendi il centro dello spogliatoio/stanza/palestra in modo da poter avere la squadra tutta intorno, mettiti in posizione ben eretta, radicato al suolo per trasmettere centratura e sicurezza. Mantieni il contatto visivo con tutti i tuoi giocatori e lo staff (cioè guardali negli occhi, tutti!), abbi cura della tua mimica facciale, usa anche le tue mani per esprimere i concetti. Più sai essere coinvolgente, più la tua comunicazione è efficace.
- Usa con cura le parole: a volte basta una parola fuori posto per far calare in un attimo l’entusiasmo della squadra (per approfondire leggi qui https://giuliamomoli.com/3-parole-cui-attenzione/ e qui https://www.volleyball.it/blog/facciamoci-un-panino/). Enfatizza le parole giuste, emoziona, utilizza storie e metafore per passare il tuo concetto.
- È flessibile: ogni team richiede un differente registro comunicativo, ogni atleta ha una sua differente sensibilità e un vissuto personale. Tirar fuori il meglio da ognuno significa anche saper comunicare in modo diverso con ciascuno, capendo quali sono i loro motivi all’azione.
- Si circonda di leader positivi: trova dei punti di riferimento all’interno del team in modo che la tua filosofia venga ribadita e rinforzata anche da giocatori influenti. Più la squadra è omogenea ed educata a determinate convinzioni, più sarà facile remare nella stessa direzione per ottenere il massimo.
- È chiaro e coerente: chiaro perché comunica alla sua squadra concretezza, cioè quello che vuole, non quello che non vuole che facciano. Coerente perché fa quello che dice: stigmatizzare un comportamento e poi premiarlo, o incentivare la partecipazione a parole e poi sminuirla coi fatti, ha un cattivo effetto sulle motivazioni dei giocatori.
- Fa sentire ai suoi giocatori il senso di responsabilità: tutti sono ingaggiati, tutti sono importanti e ognuno ha un ruolo ben definito all’interno del team. Solo se una persona conosce cosa ti aspetti da lei/lui, saprà darti il suo meglio.
- Si prepara, non improvvisa: da buon allenatore sai che oltre la tua preparazione tecnica e tattica devi implementare anche le strategie comunicative: puoi farlo ascoltando speech di grandi parlatori, leggendo libri, facendoti seguire da un coach che ti dà nozioni, esercizi e feedback, partecipando ad un corso di comunicazione.
Il focus prima di un tuo intervento va sempre su quello che vuoi ottenere con ciò che vuoi dire, chiediti: qual è il mio obiettivo con questo discorso?
Ti auguro buon allenamento per migliorare le tue qualità di motivatore!