Ieri una futura coach mi ha chiesto se quando scrivo, nella mia testa mi rivolgo a qualcuno in particolare e se questo ha influenza su ciò che scrivo e come lo scrivo.
Domanda interessante e che mi ha fatto riflettere. Le ho risposto di getto, ma ora che ci penso meglio la risposta è sì.
Ho spesso in testa qualcuno quando scrivo.
Qualcuno o qualche situazione.
Mi aiuta ad esprimermi.
Io scrivo quello che sento.
Senza programmazione.
Scrivo ciò che mi arriva.
Lascio il pensiero nelle note per pubblicarlo quando sono pronta, oppure lo pubblico appena mi esce dal cuore.
Scrivo per ispirare e suggerire punti di vista a chi come me considera lo sport un grande Maestro di vita.
Scrivo.
Ma mai dall’alto della mia presunzione, piuttosto dal basso dei miei errori.
Scrivo perché in ogni sessione di coaching voi mi insegnate qualcosa, perché mi portate ad un ragionamento o mi conducete in un luogo magico dove tutto può accadere e nel quale io imparo, attingo, mi nutro.
Scrivo e condivido quello che leggo, quello che mi colpisce, quello che mi rimane.
Non sono una scienziata.
Non scrivo la verità.
Scrivo la mia verità.
Quella che per me funziona, è utile e mi appassiona e vale la pena condividere per creare uno spazio di valore.
Scrivo della vita, della mia vita, dell’amato sport.
Scrivo per guarire. Me stessa, mai gli altri.
Scrivo per elaborare le esperienze passate.
Scrivo per carpirne gli insegnamenti.
Scrivo per essere all’altezza dello standard che vi richiedo.
Scrivo per meritarmi i vostri feedback, le vostre integrazioni, osservazioni.
Scrivo per allenarmi ed impegnarmi ad essere coerente.
Scrivo.
Grazie a te che mi leggi 🙂
Ciò che trasmetti, ciò che scrivi, genera energie inimmaginabili e vitali, con la sola forza della lettura, della conoscenza.
Meriti tanto, perché dai tanto
Un abbraccio e un augurio per la vita
Grazie di cuore Antonio!