Ci sono eventi e situazioni che non possiamo controllare.
Ci sono eventi e situazioni che ci fanno stare male.
Un infortunio, una delusione sportiva, un risultato atteso che non va come avevamo desiderato, una convocazione mai arrivata, e via dicendo.
Ci fa male… e più stiamo male, meno siamo in grado di trovare soluzioni, in un circolo vizioso che ci butta sempre più giù e ci rende incapaci di sollevarci.
E sai qual è la cosa peggiore?
Che quando siamo “vittime” di stati d’animo depotenzianti, prendiamo pessime decisioni. Gli americani usano dire:”Shitty state, shitty decision!”
Nel coaching esiste una tecnica che ci permette di osservare la situazione da diversi punti di vista con l’obiettivo di cambiare il nostro stato d’animo per poter prendere decisioni utili. Questa tecnica si chiama ristrutturazione.
Attenzione bene!
L’evento sfidante non cambia dopo che hai applicato questa tecnica, ma ciò che cambia è il significato che darai all’ evento stesso. Quando il significato cambia, di conseguenza cambiano anche le reazioni che provi e i comportamenti che puoi mettere in atto.
Dunque, accade un evento esterno, ad esempio: mi faccio male (infortunio) alla vigilia di un evento importante/di una stagione importante/… e sono costretta a fermarmi per tot mesi. Posso farmi condizionare molto negativamente dall’ accaduto, provare emozioni di rabbia, dolore, sconforto, ingiustizia, depressione…
Ma tutto questo mi è utile per recuperare al meglio?
Tutto questo mi darà quell’ energia giusta di cui ho bisogno per affrontare questa sfida?
No.
Ci tengo a sottolineare che, essendo umani, è super ok “stare male” di fronte ad una sfida/sfiga, anzi. Il dolore è funzionale. Ciò che non è funzionale è farlo durare a lungo, poiché questo atteggiamento non aiuta.
La mia storia
Ti racconto cosa mi è capitato e dove ho applicato con forza il modello che ti sto spiegando.
A febbraio 2013 (giocavo per la nazionale di Beach Volley) faccio la risonanza al ginocchio che mi faceva molto male da mesi e mesi, e la porto all’ortopedico del nostro staff medico.
Il dottore guarda la risonanza, mi fa dei test e mi dice:
“Questo tendine è a rischio rottura, va operato.”
Io: “Ah. Quando?”
E già mi scorrevano nella mente in un video tutte le opportunità della stagione imminente che rischiavo di perdermi.
Era l’anno post-olimpico, anno di transizione nel quale solitamente diverse squadre cambiano partner o smettono, lasciando buchi nel tabellone e ghiotte occasioni di fare buoni punti nel ranking internazionale.
Inoltre c’erano i giochi del mediterraneo, competizione alla quale non avevo ancora partecipato.
Dottore: “Subito. Martedì fai le analisi, mercoledì ti opero.”
Era venerdì.
Io: “Quanto è lungo il recupero?”
Dottore: “Dipende. 6-7-8 mesi, in base a come reagisce il tuo tendine.”
Ti lascio immaginare il mio sconforto. Ero davvero giù.
Quello stesso pomeriggio avevo il treno verso Milano, per un modulo del Master in Coaching che stavo con grande entusiasmo frequentando.
Mi reco in stazione direttamente dopo la visita, rimango in silenzio a pensare, non avevo il coraggio di avvisare nessuno dei miei cari.
Ricordo perfettamente l’attimo in cui ho fatto “click” e ho trasformato questa sfiga in opportunità.
Non potevo cambiare ne evitare ciò che era successo, ma potevo imparare a vedere lo stesso evento da una prospettiva diversa e più utile.
Avevo i mezzi per farlo, proprio grazie al percorso che stavo facendo.
Ecco come ho fatto.
Puoi cambiare la prospettiva in due modi
1. Ristrutturazione di contenuto/di significato
Risponde alla domanda:
“Quale significato positivo può avere questa situazione?”
Esempio sull’infortunio:
“Questo stop forzato mi permetterà di studiare, di applicare le tecniche su di me, di essere presente ai corsi, di perfezionarmi a livello mentale.”
Esempio sulla sconfitta:
”Sono arrabbiata e delusa perché ho perso la finale del torneo!”
Ristrutturazione:
“Ok, perché significa che posso usare questa rabbia come fonte di motivazione per vincere la prossima gara importante. Inoltre, analizzando a fondo la partita posso rendermi conto su quali cose lavorare e applicarmi subito per fare meglio”
La ristrutturazione serve a farti focalizzare l’attenzione anche su cosa è utile e puoi migliorare.
2. Ristrutturazione di contesto
In questo secondo tipo di ristrutturazione, l’obiettivo è di trovare un contesto differente in cui quel comportamento possa essere utile. Risponde alla domanda:
”In quale altro contesto questo comportamento può essere utile?”
Esempio sull’infortunio:
”Reagire con pazienza e grande determinazione a questo periodo fuori dal campo mi servirà ad allenare delle risorse di me che mi serviranno anche nella mia vita. Inoltre, se supero nel migliore dei modi e con il giusto atteggiamento questa fase delicata potrò comprendere e supportare a fondo gli atleti che, in questa situazione, si rivolgeranno a me come Mental Coach.”
Esempio sulla mancata qualificazione olimpica:
“Quella deludente sconfitta è stata per me l’occasione di avvicinare il coaching e di mettermi in discussione per crescere ancora. Mi sono chiesta che cosa avrei dovuto fare e allenare meglio per gestire la pressione del torneo che valeva la qualificazione olimpica a Londra 2012, la risposta è stata “conoscere e gestire la mia mente e le mie emozioni”.Questo mi ha fatto incontrare il coaching e Ekis, la scuola in cui mi sono certificata Mental Coach.
Ti è chiara la tecnica?
Ripeto: l’evento in se non può cambiare, ma possono cambiare il significato che gli attribuisci e l’approccio che scegli di avere per affrontarlo. La ristrutturazione ti aiuta a trovare alternative alle solite reazioni ampliando la tua personale “mappa del mondo”, così da avere un maggior numero possibile di scelte. Con un numero maggiore di possibili scelte, avrai un numero maggiore di azioni da generare.
Ps: nella foto Kerri Lee Walsh, una delle giocatrici di beach volley più forti di tutti i tempi, dopo il suo ennesimo infortunio alla spalla. Mi ricordo perfettamente il momento in cui, nel ristorante dell’albergo del torneo, le ho fatto l’in bocca al lupo per l’imminente operazione e lei mi ha risposto: ”Già… Grazie, tornerò più forte di prima. Come ogni altra volta.”
Pps: ha imparato anche ad attaccare di sinistro… e giocava il campionato del mondo!
Buon lavoro,
Giulia
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