A volte ciò che dici da allenatore funziona e va dritto al punto, altre volte non sortisce alcun effetto. Anche quando hai usato le giuste parole, la giusta enfasi, il tempismo, la passione, la postura… insomma ti chiedi: come avrei potuto farmi capire meglio? La verità è che gli atleti, essendo persone, sono diversi tra di loro e quindi pensano e si comportano in maniera diversa.
In questo articolo desidero farti prendere consapevolezza di uno schema che agisce su tutti noi, quindi sia che tu sia allenatore che atleta, leggi qui sotto perché potresti scoprire qualcosa di molto interessante.
Ognuno di noi ha dei filtri che determinano il modo in cui classifichiamo, orientiamo e organizziamo le nostre esperienze. Questi filtri aiutano a spiegare perché le persone fanno (o non fanno) certe cose, come decidono, dove focalizzano la loro attenzione, come preferiscono imparare, ecc.: in Programmazione Neuro Linguistica si chiamano metaprogrammi.
Durante le sessioni di coaching ne faccio sperimentare 4, ma pensa, ce ne sono oltre 50!
Oggi ne vediamo uno, quello che è legato alla “motivazione”, ovvero a ciò che spinge una persona a fare una determinata cosa. È uno dei più potenti ed influenti, lo usiamo tutti i giorni in quasi ogni scelta che facciamo, infatti viene anche chiamato il metaprogramma della leva decisionale.
In ambito sportivo è fondamentale conoscerlo e utilizzarlo.
Pensa ad esempio ad un tuo atleta che dice: “Evviva c’è la partita: spero di non giocare male, non voglio fare brutta figura!
Piuttosto che uno che ti dice: “Evviva c’è la partita: non vedo l’ora di giocare!”
Entrambi sono felici che sia il Game day, ma il loro schema di pensiero è molto diverso e, conoscendolo, potrai potenziare quello schema per far girare bene sia l’atleta e la squadra.
Attenzione: non si tratta di essere pessimisti o positivi, la sfumatura è ancora più profonda.
Il metaprogramma in oggetto viene definito “Via da/ Verso”. Non è importante il nome in sé, ma mi serve per spiegarti bene a che cosa mi riferisco.
Ci sono due grandi leve che dirigono la motivazione, le gesta e la quotidianità dell’essere umano: il dolore e il piacere.
- C’è chi vuole andare via da qualcosa: una delusione, una brutta figura, una particolare emozione —-> quindi desidera evitare il Dolore. “Non voglio finire in panchina!”
- C’è chi vuole andare verso qualcosa: un obiettivo, un risultato, un sogno, una sensazione —-> quindi ricerca il Piacere “Voglio giocare da titolare!”
In generale quindi, quando un atleta/allenatore/persona decide di fare qualcosa lo fa per queste due macro motivazioni:
1. Per allontanarsi da qualcosa (via da)
2. Perché vuole raggiungere qualcos’altro (verso)
Entrambe queste leve possono essere molto efficaci.
Come riconoscere la leva motivazionale del tuo atleta?
L’atleta motivato dalla leva dolore è focalizzato a evitare i problemi, a scappare da tutto ciò che è fastidioso, doloroso, sbagliato. L’atleta guidato più dal piacere invece va verso le cose, è attratto dagli obiettivi, è focalizzato su quello che vuole che succeda, è aperto ai cambiamenti.
L’abilità nell’identificare questa leva aiuta l’allenatore a capire come il suo atleta ragiona ed è importante per trovare la chiave giusta per motivarlo a seconda del contesto e della situazione.
Per capire quale meta programma sta utilizzando il tuo atleta devi fare delle domande, tipo:
“Perché è importante per te?”,
“perché fai questa cosa?”
Ad esempio se il tuo atleta ti dice che vuole fare una sessione specifica di ricezione e tu gli chiedi il perché ti potrebbe rispondere:
- perché voglio evitare di sentirmi insicuro in gara, perché non mi piace come sto ricevendo ultimamente, perché non voglio prendere ace come nell’ultima partita (Via da)
- perché voglio migliorare, perché voglio sentirmi più sicuro, perchè so che questa è la strada giusta, perché voglio alzare le mie percentuali in rice (Verso)
Ti sono chiari questi esempi?
Quindi:
Se hai un atleta “via da” è meglio che descrivi i problemi che avrebbe a non fare quanto gli proponi oppure ciò che può evitare se compie l’azione che gli hai indicato “se non fai questo esercizio di pesi rischi di fare una rincorsa lenta”; oppure “Se fai questo esercizio di pesi eviti di farti male”, mentre
se hai degli atleti “verso ” e li vuoi motivare è meglio che gli parli dei vantaggi che avranno a fare l’esercizio che gli proponi, “se fai questo esercizio di pesi migliorerai l’esplosività in attacco”, “Se fai questo esercizio di pesi ottieni un’ottima prevenzione”.
Ok Giulia, ho capito… ma quando ho poco tempo – magari durante un time out – come faccio a scegliere se utilizzare una leva sul dolore o sul piacere?
Ottima domanda, grazie.
Quando non hai l’opportunità di utilizzare il metaprogramma preferito dal tuo atleta (preferito nel senso che è quello che lo fa rendere meglio in quella situazione), usali tutti e due.
Inizia una frase con la leva sul dolore e finiscila con la leva sul piacere. Ad esempio durante il time-out: “Ok ragazzi/e, se continuiamo a contrattaccare così perdiamo il set! Voglio che siamo più incisivi/e: braccio alto e tiriamo profondo per prenderci il punto!”
In questo modo prendi tutte e due le modalità e puoi motivarli al meglio.
Conoscere questo metaprogramma da allenatore ti permette di capire maggiormente le intenzioni ed i comportamenti degli atleti con cui ti relazioni.
Conoscere questo metaprogramma da atleta ti permette di avere un maggior controllo sulle tue decisioni.Per lasciare andare le tue zavorre o per leggere spunti utili ti invito a lasciarmi un messaggio e a consultare
… gli esseri umani non sono creature che agiscono a caso; tutto quello che facciamo è determinato da un motivo. Forse non ne siamo consapevoli, ma dietro ogni comportamento umano c’è sicuramente un’unica forza motrice…Questa forza investe tutti gli aspetti della nostra vita, dalle relazioni sentimentali alle finanze, al nostro corpo e al nostro cervello. Che cos’è questa forza che ci sta controllando in questo momento e continuerà a farlo per il resto della vita? Dolore e piacere! Tutto quello che voi ed io facciamo, lo facciamo o per il bisogno di evitare un dolore o per il desiderio di procurarci un piacere. Anthony Robbins
Buon allenamento,
Giulia