Ognuno di noi ha una vocina interiore nella propria testa. Se stai pensando “Mmm no, io non ho una vocina interna nella mia testa, non sono mica matto!” ecco, è esattamente quella a cui mi riferisco!
Per dialogo interno intendo quindi le parole che utilizzi e come comunichi con te stesso. Il come quella vocina ti parla, influenza come ti senti, le emozioni che provi e di conseguenza quello che puoi fare, nelle tue azioni concrete.
Se ti ripeti “oggi non mi sento per niente in forma”, oppure “Non riesco a concentrarmi”, oppure “Che ansia questa gara!” probabilmente la sensazione che sperimenti dentro di te è di insicurezza e sfiducia nei tuoi mezzi. Quando ti senti insicuro, i gesti e le azioni che metti in campo sono deboli, poco energici, di scarsa intensità e di conseguenza i risultati saranno deludenti e al di sotto delle tue capacità. Quello che accade è che più ti parli male più provi incertezza e i tuoi gesti e le tue azioni risentiranno di quello stato d’animo.
Al contrario, quando ti parli bene, con il giusto linguaggio, e la giusta convinzione la realtà che ti rappresenti è migliore, e le immagini con cui ti influenzi sono utili. Ad esempio “Oggi do il meglio di me”, “Sono concentrato”, “Voglio eseguire un buon colpo”… “mi sento pronto…”.La conseguenza di questo tipo di dialogo interiore è una sensazione di certezza, di fiducia, di forza. Le azioni che andrai a compiere in campo rispecchieranno il tuo linguaggio e avranno una qualità positiva.
Due passi da fare
- Il primo passo che posso consigliarti è di segnarti su un quaderno quali sono le frasi che più frequentemente rivolgi a te stessa/o durante la giornata o durante il tuo allenamento.
- Dopo aver scritto su un foglio con quale linguaggio ti relazioni a te stesso, sottolinea le frasi che ritieni possano esserti utili e sbarra quelle che invece non lo sono. Dopo averle sbarrate ti dovrai esercitare ad evitarle completamente quando dialoghi internamente oppure a sostituirle con qualcosa di più “leggero” o di funzionale ai fini di quello che stai facendo in quel momento.
Il dialogo interiore – proprio perché è tuo – è sotto il tuo controllo, quindi puoi fare attenzione alle parole che utilizzi per renderlo un dialogo potenziante, supportivo. Puoi immaginare di essere il primo fan di te stesso, non un giudice severo o un tifoso della squadra avversaria! Troppe volte quando in coaching faccio esercitare i miei atleti su questi passaggi mi sento dire “ah cavolo… io mi prendo a brutte parole se faccio un errore stupido!”…e non scendo nei dettagli perché so che hai già in mente esempi ai quali mi riferisco! E anche chi non usa brutte parole ne può usare di molto pesanti, come ad esempio “Non me lo merito.”
Ti rassicuro dicendoti che purtroppo lo facevo anche io, soprattutto quando ero furiosa, arrabbiata, delusa da un mio errore o dalla cattiva gestione della gara, quindi capisco possa succedere, ma quando hai la consapevolezza del meccanismo che si innesca se usi una comunicazione dannosa nei tuoi confronti, hai anche la capacità di bloccare ciò che non è utile.
Certo, “un vaffa” ci può stare – è anche liberatorio – l’importante è che sia questione di un momento, non un meccanismo radicato. E occhio a farlo contro te stesso. In generale insultarsi per aver commesso uno sbaglio non è una mossa furba, perché vai a ledere la tua autostima e, se ti abitui a farlo, rischi di minare le tue sicurezze.
Buon lavoro!