Tratto da “Perseverare è umano” – di Pietro Trabucchi
Poiché la motivazione intrinseca è radicata nella nostra storia biologica, sentirsi capaci – sentire di farcela – produce un senso di piacere molto più antico e profondo di quello stimolato dagli incentivi o dai rinforzi esterni.
Il bambino che impara attraverso il piacere e il divertimento, che si appassiona, tenderà a cercare nuovi apprendimenti, nuove esperienze di competenza.
Al contrario, senza emozioni e senza divertimento diventa difficile apprendere: non è un caso che il sistema limbico, parte del cervello fondamentale nell’elaborare le esperienze emozionali, sia legato anche alla memorizzazione delle informazioni.
Senza emozioni l’unico modo per ricordare le informazioni è quello di utilizzare sistemi coscienti (ripetizioni, schemi, ripassi) finché i dati si fissano in testa, ma con grande fatica: lo sanno bene gli studenti che hanno insegnanti incapaci di destare il loro interesse e la loro curiosità.
Ecco quindi svelato il meccanismo della motivazione intrinseca:
la motivazione produce l’impegno, e a furia di impegnarci diventiamo più bravi, aumentando il nostro senso di competenza o senso di autoefficacia.
Sentirsi competenti è fonte di piacere e di emozioni positive.
Questo piacere a sua volta, stimola livelli più elevati di impegno: l’impegno sviluppa nuovi apprendimenti e nuove connessioni cerebrali oltre ad accrescere il senso di competenza.
L’accresciuto senso di competenza produce nuovo piacere, dando origine a un circolo virtuoso motivazionale che stimoli o forme di manipolazione esterna non sono invece in grado di produrre.
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