In questo articolo di mental coaching voglio affrontare con te il tema della consapevolezza che a mio avviso è il primo strumento per migliorare.
Ho scelto questo tema perché è alla base di ogni evoluzione e di ogni passo che desideriamo fare verso le nostre vittorie.
Così come sei consapevole di ciò che vuoi allenare a livello tecnico, fisico e tattico per essere sempre più pronto e competitivo per la tua prossima sfida – o hai un esperto che ti rende conscio: un allenatore, un preparatore atletico, uno scoutman e via dicendo…-, così puoi allenarti ad avere cura anche dell’aspetto mentale, in maniera autonoma e con il tuo mental coach.
Per farlo ti serve partire da una analisi per comprendere cosa accade nella tua mente quando le cose vanno bene e quando le cose non vanno bene.
Facendo sport hai di sicuro vissuto situazioni positive in cui tutto funzionava e avveniva esattamente come volevi e altre negative in cui non riuscivi a fare quello che sapevi fare.
Ma, molto probabilmente, non sei del tutto consapevole di come queste avvengano né tanto meno hai il controllo totale su di esse.
Ti sei mai chiesto come cambierebbero le cose se tu sapessi dove risiedono e quali sono queste differenze?
Avere consapevolezza significa sapere che tipo di gioco interiore stai giocando e prendere il controllo di quelle interferenze che, se diminuite a favore del potenziale che hai allenato e ti appartiene, ti consentono di realizzare una performance di livello.
Sei pronto dunque ad allenarti? Lo facciamo in modo davvero pratico.
Prendi carta e penna e dedicati qualche minuto per questo esercizio che ha lo scopo di analizzare la qualità delle tue performance.
1.Torna con la mente alle tue migliori prestazioni, scegline 3 o 4 e vai a notare come sei quando riesci ad essere al tuo meglio. Ripensa a te stesso, alla tua prestazione e rifletti sui seguenti concetti:
– Se ripensi alle tue gare migliori, cosa hanno in comune?
– Come comunichi con te stesso? Quali sono le cose che ti dici in quei momenti? (es. mi parlo in modo potenziante e con un tono di voce energico, carico, sereno, concentrato…)
– Come pensi? Su che cosa focalizzi la tua attenzione? (es. quando gioco bene sono focalizzato sulle soluzioni, su ciò che voglio ottenere, sulle mie risorse e i miei punti di forza ..)
– Che immagini vedi? (mi vedo che mi muovo bene, con intensità, decisione, forza, concentrazione e certezza…sono immagini vincenti, grandi, nitide, a colori…)
– Quali sensazioni ed emozioni provi quando sei in quello stato di grazia? (es. serenità, certezza, fiducia, grinta …)
Scrivi almeno più caratteristiche di quello che ti dici, senti, provi, e vedi in quelle situazioni.
Ok, passiamo alla seconda fase.
2. Ora voglio che ti concentri invece su delle situazioni negative vissute in gara. Quando non riesci ad entrare nel tuo stato di grazia, quando le gare sono andate male e tu non sei riuscito a dare il tuo meglio. Pensando alle tue peggiori prestazioni:
– Cosa succedeva?
– Cosa pensavi e ti dicevi? (es. Oggi non va… non riesco ad uscirne… non devo sbagliare…sto sbagliando troppo…le gambe non girano… faccio fatica ad attaccare la palla alta… sono sempre in anticipo a muro..)
– In che modo comunicavi con te stesso? (es. il linguaggio è più intenso, diretto, giudicante, pesante…)
– Che tipo di immagini ricordi? (Buie…sfocate… di te rallentato, con una cattiva postura… poco energico… arrabbiato…)
– Quali erano le sensazioni che provavi? (insicurezza, paura, ansia, dubbio, debolezza, incapacità, frustrazione…)
Lascia da parte le giustificazioni mentre rispondi a queste domande (“è successa quella cosa lì, quindi…”) e le situazioni esterne come gli imprevisti, gli avversari, le colpe degli altri e concentrati solo su te stesso e su quello che accade dentro di te.
L’imprevisto, l’interferenza esterna esistono, sono oggettive, ma cosa non hai gestito internamente?
Scrivi anche qui più caratteristiche, focalizzandoti sugli aspetti che emergono quando non sei al meglio di te, anzi quando esce fuori la parte peggiore di te.
Bene.
3 – Vai a notare le differenze che emergono da questo semplice esercizio. Dovrebbero essercene di sostanziali. Ciò che fin da subito è interessante sottolineare è che tu sei la stessa persona, con le medesime caratteristiche, abilità tecniche, gli stessi talenti e gli stessi punti di forza. Ma in alcuni frangenti, quando il nostro gioco interiore inizia a lavorare in maniera diversa, otteniamo risultati diversi.
Puoi già iniziare a cambiare
Adesso che hai identificato queste parti di te, in questo importante esercizio di consapevolezza, puoi già iniziare a cambiare ciò che non ti piace, perché sai che ha un peso all’interno della tua gara.
Ad esempio facendo attenzione alle frasi che scegli, al modo di dire le cose, alle immagini che proietti nel video della tua mente la sera prima della tua partita.
Nota come sono prevalentemente le immagini (i film mentali) e i suoni (il tuo dialogo interno) a generare le tue sensazioni, positive o negative che siano.
Puoi scegliere di avere convinzioni utili e non depotenzianti e puoi trovare dei modi per rilassarti prima del torneo, affinché il tuo stato d’animo sia più focalizzato e concentrato il giorno della performance.
Nei precedenti articoli trovi diverse strategie e strumenti per supportarti e che riguardano l’uso del tuo corpo, il linguaggio, la visualizzazione ed altro ancora: sfruttali! Esercitati a metterli in pratica e ad includerli nella tua routine d’allenamento o pre-gara.
Ricorda che mente e corpo lavorano insieme, sono strettamente collegate: se ti nutri di pensieri sfiduciati, ansiosi, insicuri, il tuo corpo diventa teso, moscio, scarico, sotto stress….
Allo stesso tempo se il tuo corpo è sotto stress, se respiri male, se hai il volto contratto, le gambe in tensione, ciò che generi sono pensieri di tensione, paura, stress.
Quindi ti consiglio di allenarti ad ascoltarti ed imparare ad avere la giusta attenzione verso la costruzione dei tuoi pensieri e l’origine delle tue sensazioni.
Ti auguro un buon allenamento alla consapevolezza!