Ho chiesto il supporto di un coach per il desiderio di approfondire degli aspetti che mi affascinano e che vanno allenati al pari degli altri (preparazione atletica, lavoro tecnico, studio tattico…). Inoltre, fin dai primi allenamenti, la squadra aveva manifestato la necessità di migliorarsi sotto il profilo comunicativo e della capacità di mettere in campo la miglior prestazione possibile. Da solo non avrei avuto tutti gli strumenti necessari a ottimizzare quel tipo di lavoro.
In generale credo che, attraverso il percorso, tutti abbiamo sperimentato una maggiore consapevolezza. È un aspetto che richiede continua ricerca e allenamento, ma per periodi più o meno lunghi penso che ciascuno di noi si sia conosciuto meglio in termini di bisogni-punti di forza-aree di miglioramento della performance sportiva.
Le valutazioni che abbiamo svolto durante il percorso hanno inoltre delineato un trand positivo nel miglioramento degli aspetti comunicativi (libertà di dare/ricevere feedback, sentirsi accolti, spronare/essere spronati anche senza filtri).
Personalmente mi sono sentito più libero di sperimentare l’allenamento mentale perché ne ho appreso le fondamenta scientifiche e ho avuto gli strumenti per passare da un’intuizione/tentativo ad un processo/algoritmo.
Di Giulia ho apprezzato la professionalità informale e la sua capacità di vestire, di volta in volta, i panni di “compagna di squadra”, “coach dello staff”, “professionista esterno”.
La consiglierei perché, a prescindere dal mental coaching, è un onore ascoltare la storia sportiva e di vita di un atleta di alto livello.
La consiglierei a tutti quelli che ripetono o si sentono ripetere in continuazione che “ci vuole testa” e vogliono passare dalle lamentele ai progressi.